Società medico scientifiche e sostenibilità: urgente un nuovo paradigma
Pubblicato il 24 Gennaio 2020
Il 22 e 23 Gennaio si è tenuto a Sansepolcro il workshop “Società Medico-Scientifiche e sostenibilità: Urgente un nuovo paradigma”, organizzato da ISDE Italia, Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO) e Slow Medicine, con il patrocinio della FNOMCeO.
Gli organizzatori hanno chiamato al confronto importanti Società Medico-Scientifiche nazionali mossi dalla consapevolezza comune della necessità di porsi come obiettivi imprescindibili, oltre a quelli diagnostico-assistenziali, il perseguimento della sostenibilità economica e ambientale, l’attenzione al binomio ambiente-salute, il recupero del senso etico della professione medica.
I professionisti della salute devono diventare i protagonisti di un processo di cambiamento culturale e operativo con sollecitazioni che non possono che essere recepite dal mondo politico.
Il nostro Paese ha eccellenti professionalità sanitarie e offre percorsi assistenziali di elevato livello qualitativo. Questo, tuttavia, non ha sino ad ora impedito una vistosa progressione epidemiologica di patologie cronico-degenerative spesso ad insorgenza precoce e il crescente sviluppo di disabilità, indipendenti dall’aumento dell’età media della popolazione. Allo stesso tempo gli enormi progressi raggiunti nello studio della biologia dei tumori, nella diagnosi precoce del cancro e nelle terapie oncologiche contrasta con l’incremento epidemiologico di numerose forme di cancro, soprattutto ad insorgenza in età giovanile. Tutto questo genera una crescita continua della spesa sanitaria e, nonostante le elevate capacità di diagnosi e terapia (adeguato livello di sanità pubblica), il fallimento di un fondamentale obiettivo prioritario: la crescita del numero di anni vissuti senza malattie o disabilità (salute pubblica).
Parziale responsabilità di questo risultato negativo dipende dall’aver delegato quasi completamente le responsabilità del rischio sanitario a comportamenti individuali, trascurando le enormi responsabilità di chi avrebbe dovuto tutelare la salute pubblica.
Per questi motivi si è riconosciuta l’esigenza di avviare percorsi condivisi e interdisciplinari finalizzati al confronto costante, ad una visione sistemica della medicina, al miglioramento del rapporto relazionale con cittadini e pazienti, ad approfondire le conoscenze e lo scambio di informazioni sui rapporti tra ambiente e salute, a perseguire pratiche cliniche che tengano conto della sostenibilità economica e delle ricadute sull’ambiente e ad identificare e proporre pratiche di prevenzione primaria basate sul concetto di qualità dell’ambiente come determinante fondamentale della salute umana.