Riaprire le centrali a carbone è una scelta sbagliata e dannosa
Pubblicato il 17 Marzo 2022
Come medici abbiamo l’obbligo morale e deontologico di indicare le scelte più giuste per la tutela dell’ambiente, del clima, della salute e della pace, esse sono, in campo energetico, la produzione di energia con sistema solare, solare-termico, idrico e minieolico.
E’ una scelta sbagliata e dannosa contro la salute, il clima, l’ambiente, l’economia e le generazioni attuali e future.
Un scelta che non può essere la risposta alle paventate riduzioni delle forniture di gas e all’aumento, già in atto, del costo dell’energia elettrica. Il carbone in Italia contribuisce infatti a meno del 6 % del totale della produzione energetica.
Contribuisce però in maniera rilevante e inconfutabile all’inquinamento atmosferico, al surriscaldamento climatico ed è responsabile, per emissioni di polveri e gas nocivi, di malattie e morti. Si tratta di malattie respiratorie, cardiovascolari, tumori, malattie neurodegenerative e malattie del disturbi del neurosviluppo come la sindrome dello spettro autistico e i disturbi del linguaggio nei bambini. E’ assodato il rischio maggiore per questa malattie per le popolazioni residenti in prossimità di fonti di emissione dei prodotti della combustione del carbone. Le storie delle centrali a carbone di Taranto, Vado Ligure e Civitavecchia, le più note, ci hanno tristemente insegnato quanto sia dolorosa e mortifera la scia dei fumi che si alzano dai loro impianti. Non si può sfruttare strumentalmente l’attuale crisi energetica e la situazione di conflitto russo-ucraino per tornare a proporre la produzione di energia da fonti fossili ovvero: carbone, gas, biomasse e per poi risentire parlare anche di nucleare.
Evidentemente le più recenti tragedie occorse a Cernobyl e Fukushima non sono bastate, come inascoltato sembra rimanere l’esito del referendum sul nucleare in Italia.
E colpevole appare sempre più oggi il non aver voluto avviare, già da trent’anni a questa parte, l’Italia verso la produzione di energia da fonti alternative ai fossili: siamo il paese del sole.
Ci appelliamo quindi a tutte le società scientifiche, alle organizzazioni ambientaliste, ai cittadini perché uniscano la loro voce alla nostra così che le annunciate misure in favore della riapertura delle centrali a carbone siano ritirate e si avviino invece progetti di risparmio energico su scala nazionale e si avvii rapidamente la transizione ecologica in tutti i settori così da permettere una vita dignitosa e sana per tutti e tutte.