Isde Napoli: Spes, il primo lavoro scientifico che rinnega le posizioni No Tox
Pubblicato il 7 Giugno 2021
Nelle more di una nostra pubblica relazione/conferenza stampa per commentare in dettaglio i risultati dello studio SPES che ha visto come Ricercatore Responsabile il Medico dell’Ambiente Dr Maurizio Montella sino alla sua morte nel 2019, la Sezione di Napoli dei Medici dell’Ambiente ringrazia e rende onore al grande lavoro scientifico svolto dall’IZS quali promotore e prezioso motore per la realizzazione e conclusione di questo importante lavoro scientifico che, con orgoglio tutto campano cui ci associamo, puo’ oggettivamente costituire un modello di riferimento nazionale per il monitoraggio delle criticità ambientali con ricadute dirette sulla salute pubblica.
Finalmente abbiamo in trasparenza i dati del grave inquinamento delle falde acquifere superficiali che caratterizzano pericolosamente innanzitutto le zone della Campania sinora denominate come Terre dei Fuochi e , se i dati prodotti dallo studio SPES si mostrano meno gravi dell’atteso in quelle zone, siamo consapevoli che si deve anche alla nostra incessante azione di corretta fornazione/informazione in tutti quei territori che ha portato non solo alla promulgazione di importanti leggi penali a tutela ma soprattutto alla riduzione delle principali fonti del danno alla salute pubblica che è sempre stato innanzitutto la grave contaminazione della matrice acqua piu’ che delle matrici aria e suolo, come ha sempre sostenuto il compianto Scienziato ISDE dr Maurizio Montella.
La fotografia di biomonitoraggio tossicologico umano “scattata” con i prelievi tra fine 2016 ed inizio 2017 dà ragione a tutti i nostri sforzi sia come Medici che come Scienziati e conferma il grave rischio sanitario in alcune zone del territorio campano, ivi incluse quelle conosciute tristemente in questi anni come Terre dei Fuochi.
La fine degli sversamenti tossici quindi più che dei roghi tossici rende ragione dei differenti valori registrati nel 2016 rispetto all’inizio del nostro lavoro del 2007.
Come purtroppo ci siamo resi conto in maniera diretta ed in prima persona, ritrovarsi contaminati con tossici e diossine nel 2008 come accaduto a noi per primi, significava avere un altissimo rischio di sviluppare gravi patologie correlate a tale inquinamento come purtroppo avvenuto nel 2018.
Risulta quindi ovvio, come ricordato in conferenza stampa dal Prof Limone, che i dati di contaminazione registrati da alcuni pazienti nel 2017, li pone ad alto rischio di sviluppare gravi patologie a partire dal 2027.
Ci congratuliamo con tutto il cuore con i valenti colleghi dell’IZS della Campania.
Resta solo il pesante interrogativo etico che ognuno di noi quale Medico e Ricercatore deve porsi in presenza di dati cosi gravi e significativi: va anteposta la perfetta conduzione e validazione dello studio o l’avviso di pericolo e di danno quanto più precoce possibile ai cittadini coinvolti in queste situazioni di danno ambientale?
La storia della nostra vita e delle nostre scelte civiche e professionali rende chiarissime da sempre le nostre posizioni: per noi Medici dell’Ambiente va sempre anteposto un avviso quanto piu’ precoce e preciso possibile all’opinione pubblica per l’avvio di tutte le possibili azioni gestionali a tutela della salute pubblica:
whatever it takes!
E adesso ringraziando anche la Regione Campania per l’azione di Verità svolta, come già richiesto a gran voce da tutti i Vescovi della Campania, non possiamo non ribadire insieme a loro che l’epoca dell’immobilismo e degli studi fini a se stessi e in contrapposizione e non in sinergia con noi Scienziati Medici dell’Ambiente è finita: è giunta l’ora di agire tutti insieme (finalmente!) a tutela della salute dei cittadini campani.