Adattamenti. Il decennio più caldo, la cappa di smog sul Nord Italia e la delicata gestione dei Raee


Pubblicato il 10 Gennaio 2020

Ogni decennio in Italia registra temperature più alte del precedente. Con il 2019 si è concluso il più caldo di sempre. Ad affermarlo è Michele Brunetti, responsabile della Banca dati di climatologia storica dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna, dopo aver raccolto le osservazioni meteorologiche dal 1800 oggi. “La tendenza dal 1980 è di una media di +0,45° ogni 10 anni”, più alta del resto delle terre emerse (+0,29%). E le cause sono da ricercare nei “gas a effetto serra, prodotti dai combustibili fossili, e nella deforestazione, perché ridurre le foreste equivale ad aumentare la Co2”.
Un discorso a parte merita invece il particolato emesso in atmosfera dal riscaldamento domestico e dal traffico urbano, il cui limite è stato superato proprio in questi giorni, facendo scattare il blocco del traffico in numerosi Comuni del Nord Italia. “L’aria ormai è un cocktail di sostante tossiche e inquinanti”, commenta il medico oncologo ed ematologo Patrizia Gentilini dell’Isde, e a rimetterne è la salute di tutti. “Il primo bersaglio dell’aria inquinata è l’apparato cardiovascolare – spiega – con aumento di ischemie, infarti, ictus. Oltre ad asma e problemi respiratori. A lungo termine invece aumenta il rischio di cancro al polmone e alla vescica, rischi per la salute riproduttiva, l’abortività, infertilità. I politici devono ascoltare la voce dei ricercatori e scienziati indipendenti, o altrimenti non ne usciamo”.

impedire la dispersione in atmosfera circa 850mila tonnellate di Co2 è stato nel 2019 Ecodom, il principale Consorzio di gestione dei Raee. Come? Attraverso la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici, che vengono trattati rimuovendo le sostanze inquinanti, come i gas contenuti nel frigo, poi scomposti per ricavarne materia prima seconda da immettere nuovamente nei cicli produttivi. “È un lavoro delicato”, commenta Giorgio Arienti direttore generale di Ecodom, che segna così un nuovo record: 122.330 tonnellate di rifiuti provenienti dai nuclei domestici nel 2019, circa il peso di 156 Freccia Rossa 1000 da 8 carrozze, un incremento del +16% rispetto al 2018. Ma un lavoro ancora lungo, poiché l’Unione Europea aveva chiesto ai Paesi membri di raggiungere il tasso minimo del 65% nel 2019 ma l’Italia non è ancora arrivata al 50%. Per questo è necessario prima di tutto che cambi l’attenzione dei cittadini, soprattutto verso i piccoli elettrodomestici (come gli smartphone): “Queste apparecchiature – spiega Arienti – con corrente e pile sono Raee e vanno gestiti in modo differenziato”. È poi necessario colmare le lacune normative e aumentare i controlli sulla filiera, come Ecodom chiede da tempo: “Noi chiediamo da anni che venga innalzato lo standard di qualità in modo da ridurre il numero di soggetti che possano mettere le mani su questa tipologia di rifiuti, che fanno gola a molti perché se non si usano le tecnologie corrette i costi di trattamento diminuiscono e i margini di profitto aumentano”.

 

Grazie a RADIOCITTADELCAPO, clicca QUA per ascoltare le interviste radiofoniche 

 

 

Condividi con i tuoi amici










Inviare