I Medici per l’Ambiente: «Con il nuovo governo speriamo in una maggiore sinergia tra ambiente e salute»
Pubblicato il 29 Ottobre 2022
ISDE rimarca la necessità di prendere decisioni non più rinviabili a favore della sostenibilità ambientale e della salute delle persone
L’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia), auspica che con la nuova legislatura si raggiunga una maggiore integrazione tra i Ministeri di ambiente e salute e che si lavori per l’integrazione di politiche su una serie di questioni che sono tra i due ambiti strettamente connesse.
«Innanzitutto, auguriamo buon lavoro ai nuovi ministri dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e della salute, Orazio Schillaci – ha affermato il presidente dell’associazione, Roberto Romizi- in quanto medici che si occupano di questioni ambientali, siamo disponibili a fare un incontro quanto prima, non solo per illustrare le nostre attività, ma soprattutto per evidenziare, come emerge sempre di più dalla recente bibliografia scientifica, come i due Ministeri Ambiente e Salute debbano necessariamente lavorare in sinergia, affinché la salute dei cittadini venga tutelata. La prima vera sfida che il Governo dovrà affrontare sarà quella di sostenere la riduzione degli inquinanti: la nuova Direttiva sulla qualità dell’aria (presentata dalla Commissione Europea mercoledì scorso) è buona, ma deve essere migliorata recependo tutte le indicazioni dell’OMS. E i due Ministri possono e debbono fare la loro parte.».
Infatti, la pandemia di Covid-19 ci ha insegnato che ci sono interazioni complesse e inaspettate tra malattie trasmissibili e non trasmissibili, fattori ambientali e disuguaglianze socio-economiche. La pandemia di Covid-19 è parte di una sindemia, nella quale popolazioni vulnerabili stanno subendo simultaneamente il peso crescente di malattie croniche, disabilità, alterazioni ambientali, squilibrio demografico, disuguaglianze sociali ed economiche. Questa legislatura, inoltre, coincide con il nuovo periodo di programmazione della Politica Agricola Comune dell’Unione Europea e per questo perseguire fin da subito gli obiettivi che consentano una vera transizione ecologica della nostra agricoltura sarà di primaria importanza. Tra l’altro l’UE chiede all’Italia di ridurre del 62% l’utilizzo di pesticidi entro il 2030.
L’Italia è in grave ritardo nell’attuazione della Direttiva UE pesticidi; sarà prioritario promuovere l’agricoltura biologica e le relative pratiche agricole sostenibili basate sui principi dell’agro ecologia. Anche la guerra in corso è una lezione che dovrebbe orientare le nostre Istituzioni politiche verso nuove scelte: l’utilizzo di fonti rinnovabili può fare la reale differenza per la salute delle persone e per una futura emancipazione economica e politica del nostro Paese.