Elettromagnetismo, continua il tentativo di innalzare i limiti di legge
Pubblicato il 22 Luglio 2021
In queste settimane, grazie alla vigilanza della società civile, si è scongiurato il rischio di emendamenti per aumentare da 6 v/m a 61 v/m. Ma la battaglia in Parlamento non è ancora finita
Non si sono ancora arresi i parlamentari e le parlamentari che vogliono innalzare il valore di attenzione dei campi elettromagnetici, cancellare i siti sensibili ed il principio di minimizzazione dalle esposizioni. Una battaglia sbagliata che vuole eliminare quei famosi 6 V/m – conquista italiana verso cui la stessa Commissione europea proprio in questi ultimi tempi si sta orientando – per portarli, direttamente o indirettamente, a 61 V/m, consentendo alla stessa industria un risparmio di circa 4 miliardi di euro. Un innalzamento giustificato, secondo alcuni, dalla necessità di una migliore coperture al 5G.
“Non esiste alcuna ragione tecnica che impedisca lo sviluppo del 5G, mentre ne esistono molte in termini di rischio sanitario per la popolazione e in termini economici per l’industria delle telecomunicazioni”
Elettromagnetismo: stop all’innalzamento dei limiti
In queste settimane, grazie alla vigilanza e agli interventi di informazione dei cittadini e delle cittadine, dei comitati e delle associazioni locali e nazionali che da anni si battono per avere una maggiore cautela in tema di elettromagnetismo, sono falliti ben due tentativi. Il primo che prevedeva approfondimenti nel decreto semplificazioni sull’eventuale possibilità “di allineamento con i limiti europei”, il secondo tentato, invece, con emendamenti diretti al decreto.
Purtroppo però la battaglia non è ancora finita. Indiscrezioni parlamentari, infatti, raccontano di un nuovo tentativo in cui ai parlamentari verrà chiesto un voto (di fiducia?) su una proposta che sembra essere migliore dei 61 V/m, con nuovi limiti a 43 V/m, facendo apparire di avere ascoltato i cittadini.
Numeri che mettono a rischio la salute
Ma la fisica e i numeri non mentono mai. Qualche parlamentare sta per proporre, in fase di votazione, il dimezzamento della densità di potenza dei limiti europei, che equivale ad un campo elettrico di 43 V/m. Purtroppo, associato alla tecnica di misurazione che prevede una media sulle 24 ore, può di fatto portare indirettamente a livelli di esposizione ben oltre i 61 V/m per alcuni periodi della giornata. Un giochetto solo che per chi non si intende di numeri e di fisica e che non tiene conto dei rischi per la salute che devono essere prioritari.
Il risparmio sulle spalle dei cittadini
Le stesse Agenzie per l’ambiente operanti in Italia ritengono che la realizzazione del 5G possa avvenire anche con il mantenimento degli attuali limiti di legge, attraverso la definizione di criteri progettuali efficienti, come, ad esempio, il corretto dimensionamento e posizionamento degli impianti sul territorio.
Infatti non esiste alcuna ragione tecnica che impedisca lo sviluppo del 5G, mentre ne esistono molte in termini di rischio sanitario per la popolazione e in termini economici per l’industria delle telecomunicazioni. Nessun gestore e nessun territorio deve essere limitato nella copertura, ma certo è, che per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione, con l’attuale valore di attenzione saranno necessari investimenti in termini di reingegnerizzazione dei siti più critici.
Per contro, le società di gestione delle infrastrutture (Tower Company) e i gestori vorrebbero evidentemente risparmiare sulle spalle dei cittadini e delle cittadine, cancellando anche criteri di tutela fondamentali come il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e la minimizzazione delle esposizioni della popolazione, con particolare riferimento ai siti sensibili, agli obiettivi di sostenibilità raggiungibili tramite lo strumento del Regolamento Comunale, anch’esso previsto dalla normativa vigente.
Ancora una volta chiediamo ai cittadini e alle cittadine di continuare a firmare la petizione sul sito www.vogliamolimiticautelativi.it.
Ma il nostro appello, forte, va anche alle parlamentari e ai parlamentari che giovedì 22, probabilmente, si troveranno a votare un vero e proprio scempio: bisogna votare no. I 61 V/m o i potenziali 43 V/m, e i siti sensibili riguarderanno anche voi, i vostri figli e i vostri nipoti. E lo scenario, stando alle ultime evidenze, ci racconta molto bene che è un errore da non fare.
di Katiuscia Eroe, responsabile energia Legambiente, Fiorella Belpoggi, Direttrice Scientifica Istituto Ramazzini, Fausto Bersani, Federconsumatori e ISDE Italia, Pietro Comba, Collegium Ramazzini, Alfio Turco, Polab S.r.l.
INTERVISTA A FAUSTO BERSANI ( FEDERCONSUMATORI E ISDE)