L’elettrosensibilità è una malattia?


Pubblicato il 28 Luglio 2015

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo sull’elettromagnetismo, concentrandoci sulla Dichiarazione scientifica internazionale di Bruxelles, stilata da medici, ricercatori e scienziati di tutto il mondo, dopo il 5° Congresso di Parigi, e firmata anche da Roberto Romizi, presidente di ISDE – Italia. Il documento chiedeva di riconoscere l’elettrosensibilità “come parte della Classificazione Internazionale delle Malattie (…) al fine di aumentare la consapevolezza della comunità medica e del pubblico in generale; per promuovere la ricerca e per informare sulle efficaci misure di prevenzione”. In questo post, invece, vogliamo concentrarci sui sintomi e la terapia di questa “malattia” che ha creato un vivacissimo dibattito tra la comunità scientifica di tutto il mondo.
In prossimità dei campi magnetici ci sono alcuni soggetti che avvertono dei disturbi sia fisici che psichici che possono causare un malessere generale e, in certi casi, anche piuttosto grave e fastidioso. Questo può essere provocato dalla vicinanza ai telefoni cellulari, alle stazioni radio, ai wi-fi, radar, ripetitori radio-televisivi, ponti radio, elettrodotti, ma anche computer, elettrodomestici e impianti elettrici delle abitazioni. In Italia, la comunità medica e scientifica, non è concorde nel definire cause e cure di questo problema che, come dicevamo, in certi casi non è neppure classificato come malattia. In altri paesi l’elettrosensibilità è considerata invalidità civile e questo fa ben capire la differenza di vedute e di opinioni anche tra i più esperti del settore.
Generalmente i sintomi di chi avverte questo problema sono formicolio, prurito, insonnia, debolezza, mal di testa, nausea e malessere generale. Si riscontrano anche riduzione della memoria, bradicardia e disturbi dell’umore, nei casi più gravi depressione. I pazienti riferiscono anche di accusare dolore, ad esempio quando hanno in tasca il cellulare. In alcuni casi, l’elettrosensibilità può essere causata da un evento scatenante, ad esempio, una folgorazione causata da un incidente elettrico, o comunque esposizioni alle onde che si creano sia a casa, sia sul posto di lavoro.
Nel nostro Paese, c’è molta disinformazione su questo problema, trattandosi di una patologia relativamente recente, che induce sia pazienti che medici a trovarsi in difficoltà ad individuare un interlocutore che conosca in maniera approfondita il problema dell’elettrosensibilità. Nonostante le diagnosi di questa patologia siano difficili da fare, la terapia dell’elettrosensibilità si basa principalmente sull’evitare le esposizioni ai campi elettromagnetici e ridurne la frequenza per limitare i disturbi legati alla patologia.
Sull’argomento ci sono molti allarmismi che vedono nei campi elettromagnetici forse troppi problemi per la salute umana e la causa di diverse malattie. Questo fenomeno è molto complesso e forse ancora poco studiato per poter trarre delle conclusioni certe o, comunque prendere delle posizioni forti e unilaterali. Ciò che conta quindi sarà sicuramente proseguire nella ricerca per indagare tutti gli aspetti dell’elettrosensibilità.

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